Come scegliere le crocchette giuste per il tuo gatto: gli ingredienti da evitare

Se ti è mai capitato di restare qualche secondo davanti allo scaffale, sacchetto in mano, pensando “ma come scelgo le crocchette giuste per il mio gatto?”, sappi che sei in ottima compagnia. Il punto è che la confezione spesso promette tutto, ma la verità è scritta in piccolo, nell’etichetta, e lì dentro si nascondono anche gli ingredienti da evitare.

Il primo indizio è sempre il primo ingrediente

Il gatto è un carnivoro obbligato, quindi la base deve essere proteina animale nobile. Quando leggo “pollo disossato”, “carne disidratata di tacchino”, “salmone”, mi rilasso un po’, perché sono parole specifiche e controllabili.

Meglio ancora se trovi:

  • carne disidratata o farina di carne specificata (es. “di pollo”), perché indica quantità reale più stabile
  • pesce intero o tagli identificabili, non “mix” misteriosi
  • integrazione di taurina, fondamentale per cuore e vista

Al contrario, se in cima alla lista compaiono ingredienti vegetali, è un campanello d’allarme: significa che il prodotto “riempie” più che nutrire.

Gli ingredienti da evitare, senza se e senza ma

Qui conviene essere netti, perché alcuni elementi non sono solo “non ideali”, sono proprio un segnale di bassa qualità.

1) Sottoprodotti e derivati animali generici

Diciture vaghe come “sottoprodotti di origine animale”, “carni e derivati”, “proteine animali trasformate” possono includere parti poco nutrienti o difficili da tracciare (ossa, piume, becchi). Il problema non è l’idea in sé del sottoprodotto, è l’assenza di trasparenza: se non sai cosa stai comprando, non puoi valutarlo.

Cerca invece ingredienti specifici: “fegato di pollo”, “cuore di tacchino”, “agnello disidratato”.

2) Cereali (soprattutto se ai primi posti)

Mais, grano, frumento, riso, soia: se sono tra i primi ingredienti, spesso servono a fare volume. Nel gatto possono favorire prurito, sensibilità digestive, feci molli, e apportano proteine vegetali meno adatte.

Se vuoi andare sul sicuro, orientati su formule grain-free. Attenzione però, grain-free non significa automaticamente “ottimo”: conta sempre la quota e la qualità della carne.

3) Coloranti artificiali

Sono inutili, perché il gatto non sceglie il cibo dal colore. Se un produttore aggiunge coloranti, spesso lo fa per piacere a noi umani, non al metabolismo del micio. In soggetti sensibili possono comparire reazioni allergiche.

4) Conservanti chimici: BHA, BHT, etossichina

Quando vedo questi nomi, la mia fiducia cala. Sono conservanti usati per allungare la durata a scaffale, ma vengono considerati controversi per possibili effetti sulla salute a lungo termine. Meglio conservazione con tocoferoli (vitamina E) o estratti naturali.

5) Glicole propilenico

È un umettante che nei gatti può creare problemi, specialmente nei soggetti più sensibili, con possibili disturbi digestivi o effetti sistemici. Se compare, io passo oltre.

6) Appetizzanti e additivi chimici

Gli appetizzanti rendono il cibo irresistibile, e capisco la tentazione, ma a lungo andare possono spingere a mangiare troppo, mascherare ingredienti mediocri e aumentare il rischio di sensibilità o sovraccarico per l’organismo.

Come leggere l’etichetta senza farsi fregare

L’etichetta è una piccola storia, devi solo imparare a leggerla.

  • Gli ingredienti sono in ordine decrescente di peso. La “carne fresca” pesa tanto perché contiene acqua, quindi dopo la disidratazione può scendere di posto. Ecco perché “carne disidratata” è spesso più affidabile.
  • Confronta la percentuale di proteine grezze con la lista ingredienti. Se vedi proteine alte ma il sacco è pieno di legumi o cereali, sono proteine vegetali.
  • Diffida delle parole vaghe (“proteine del pollame”). Cerca la specificità (pollo, manzo, salmone).
  • Un buon equilibrio include anche grassi animali chiari (es. “grasso di pollo”) e un controllo su minerali come il magnesio, importante per la salute urinaria.

Un mini check rapido prima di comprare

Cosa vuoi vedereCosa vuoi evitare
Carne/pesce specifici al primo posto“Derivati”, “sottoprodotti” generici
Grain-free o pochi carboidratiMais, grano, soia tra i primi
Taurina dichiarataAdditivi e appetizzanti in eccesso
Conservanti naturaliBHA, BHT, etossichina

La scelta giusta, in pratica

Le crocchette migliori sono quelle che rispettano la natura del gatto: tanta proteina animale di qualità, pochi riempitivi, formulazione pulita, e un’etichetta che non sembra scritta per confondere. Se il tuo gatto ha esigenze particolari (cucciolo, senior, problemi renali, sensibilità), un confronto col veterinario è la scorciatoia più intelligente.

E quando hai un dubbio, pensa a questa regola semplice: se l’etichetta è chiara, specifica e “racconta” ingredienti riconoscibili, di solito è un buon segno. Se invece sembra un elenco di termini generici e chimici, meglio cambiare scaffale.

Una nota utile, per capire perché la carne conta così tanto: tutto ruota attorno al suo essere carnivoro, non per moda, ma per biologia.

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